Sono una mamma a tempo pieno eppure non mi basta. Sono ingrata? Forse. Sono una pessima madre per questo? Bah.
Faccio la mamma a tempo pieno da settembre 2014, quando incinta di otto mesi ho varcato per l’ultima volta la porta dell’ufficio convinta di rientrarci dopo 5 mesi. Come dicevo non è andata così. Sono quasi quattro anni che sono a casa, sono trascorsi due anni da quando ho scritto del mio passaggio da lavoratrice a casalinga e ancora mi rode.
– mamma a tempo pieno
– casalinga
alterno queste risposte a chi mi chiede cosa faccio nella vita.
La scelta in sé non è stata difficile, c’erano troppi contro a fronte di troppo pochi pro nel ritornare a lavoro. L’accettazione di questa scelta, invece, non è affatto facile. Mi pesa, mi rende – in parte – insoddisfatta.
La casalinga
Fare la casalinga non fa per me. La veste della brava massaia, come quelle di un tempo, mi va stretta. Soprattutto perché, anche occuparsi della casa, a volte, con due piccoline tra i piedi è un’impresa ardua.
Non riesco a farlo come vorrei e allora mi avvilisco.
La mamma a tempo pieno
La mamma a tempo pieno è il lavoro più difficile al mondo (credo). Ricco, carico, di emozioni ma altrettanto di fatica. Fisica e mentale. Ti sfianca.
Ho due bellissime perle, sono la mia vita. La mia famiglia è più di quello che avrei mai potuto desiderare. Tra i miei sogni c’era quello di essere mamma e l’ho esaudito con successo.
Eppure c’è una parte di me che vorrebbe scappare, ogni tanto, per poco tempo. C’è una parte di me che vorrebbe realizzarsi anche personalmente. Creare una Diana che non sia solo “la mamma” o “la moglie”. Ho bisogno di riprendere una MIA identità, distinta, separata e autonoma dalle mie figlie e da mio marito.
Vi sembro irriconoscente? Io non credo. Sono semplicemente e aspramente sincera. Ognuna ha le sue aspirazioni. Non critico chi è felicemente mamma a tempo pieno e non chiede di più. Ma non giudico neanche, chi come me, cerca qualcosina in più.
La blogger
Tento di fare la blogger, che poi “blogger” mi sembra un parolone in confronto a quello che faccio io. Quest’anno ho avuto la bella soddisfazione di essere Ambasciatrice del progetto MyMellinBlog. Tento di farmi strada in questo mondo tutto nuovo per me.
Settimana prossima vi racconto un po’ il dietro le quinte di questa mia passione. Perché anche questa strada non è in discesa, ma mi piace e vorrei continuarla a percorrere.
Sono sola?
Non penso. Sono convinta che molte mamme, come me, si sentono divise. Spaccate in due: da una parte la grande gioia di viversi in prima persona tutti i progressi dei figli (impagabile); dall’altra quella insoddisfazione che – come un tarlo – ti scava dentro e ti fa sentire anche tremendamente in colpa.
Credo che ci sia qualche altra mamma, lì fuori, che si sente quasi a disagio quando le domandano “cosa fai?”. E non per la domanda in sé, ma perché la risposta che al momento deve dare non piace neanche a lei.
Allora prendo esempio dalla mia amica Maddalena di Pensieri Rotondi e rispondo “sogno”!
12 Comments
Diana io non sono mamma, ma spero di diventarlo presto.
18 Giugno 2018 at 12:13Certamente, non sarà solo la maternità, se e quando arriverà, a rendermi soddisfatta del tutto. Ti capisco perfettamente, volere di più non significa sminuire quello che già hai, che è meraviglioso, significa cercare te stessa anche al di fuori della tua bellissima famiglia.
Sei determinata, intelligente, hai un grande cuore, sono certa che ce la farai!
Grazie Letizia! Si, è proprio quello che volevo dire. Riprendere un po’ me come singola.
18 Giugno 2018 at 12:26Ti auguro di realizzare presto il tuo sogno di diventare mamma ❤️
E’ un problema tutto donna: credo sempre – e mai lo negherò – che essere madre sia un privilegio. Che valga la pena mollare tutto per un po’, godersi i figli. Eppure fare solo la mamma isola, e anche se ci sono mille progressi dei figli, emozioni impagabili, nel concreto le giornate hanno una routine e una circolarità che, mentre “salva”, stringe. Cioè, è una vita sicura, senza folle da conquistare: il podio ce l’abbiamo già. Ma prima o poi torna la voglia di misurarsi. Io non sono mai riuscita a sentirmi intera, facendo solo la mamma. Ma accanto a questo sentimento c’è sempre stato anche il dubbio sul futuro: okay, mettiamo anche che io sto bene come mamma a tempo pieno. Ma poi, quando tutti vanno a scuola e crescono… io che c. faccio? Questo timore mi ha sempre tormentata, forse accanto al desiderio vero di fare “altro” oltre alla mamma, c’era in parte la paura di abbandonarmi completamente a una maternità destinata a essere presto non più totalizzante.
18 Giugno 2018 at 12:50Vale sicuramente la pena mollare tutto per un po’ e godersi i figli…è pur vero che dopo “rientrare” nel mondo del lavoro è ancora più dura.
18 Giugno 2018 at 17:33Sei stata sincera e dolce e come te tante di noi avvertono quel fastidio alla fatidica domanda. Non ti dico quando devi anche aggiungere che lavori freelance ti guardano tipo aliena ah ah.. Cmq bel post!
18 Giugno 2018 at 13:07Ahahah! Esatto…ti prendono per esaurita senza speranza 🤣. Grazie di essere passata
18 Giugno 2018 at 17:34Basta etichette! Prendile e buttale via. Fanno male e ti disintegrano in poco tempo. Tu sei! Punto! Penso di aver passato tutte le cinque fasi del lutto quando dopo dodici anni di onorato servizio sono stata a casa per fare la mamma e la casalinga rendendomi conto che non mi piaceva, non era da me e dopo tutti questi anni mi rendo conto che il male maggiore che mi faccio – da sola – è quello di etichettarmi, darmi un ruolo. Liberarsi dall’etichetta è un passo importante che però di aiuta ad affrontare ogni giorno le scelte che hai intrapreso
18 Giugno 2018 at 13:13Grazie Sabrina per questo spunto di riflessione. Credo tu abbia ragione: “il male maggiore che mi faccio – da sola – è quello di etichettarmi”.
18 Giugno 2018 at 17:40Ci proverò 😘
Come ti capisco Diana, sono felice di essere una mamma a tempo pieno, ma mi manca qualcosa, chissà cosa ci riserva il futuro, secondo me tante sorprese! Io sono fiduciosa. Ti abbraccio forte
18 Giugno 2018 at 15:54Anche io non mollo i miei sogni e sono fiduciosa 😉. Grazie di essere passata
18 Giugno 2018 at 17:41Io sono una mamma, e lavoro, ma a volte capita che chiedano se lavoro o se faccio la mamma a tempo pieno. Rispondo “entrambe” perché credo che non si possa essere mamme part time. Madre o lo sei o non lo sei, sia che tu scelga di rientrare al lavoro o no dopo il parto.
18 Giugno 2018 at 21:39Il senso del tuo post era diverso, ma ti ho voluto raccontare questa cosa perché tu non abbia mai timore a dichiarare che sei una mamma a tempo pieno.
E nel frattempo ti auguro anche di trovare una tua identità al di fuori delle definizioni e delle convenzioni
Grazie per avermi raccontato un pezzetto di te e grazie per i graditi “auguri” 🙂
20 Giugno 2018 at 11:40