Stasera son polemica, vi avviso eh! Son qui a letto e mi ribolle dentro questa frase: pace a te, basta che sei lontano da me.
Vi chiederete (o forse no) il perché. Domani è la Domenica delle Palme e, per chi ci crede, si va – appunto – a benedire la palma, l’ulivo. Con lo scambio del ramoscello di ulivo ci si scambia anche un augurio “pace”. Allora riflettevo.
Pace a te, basta che sei lontano da me
È un po’ come “a Natale siamo tutti più buoni” ma dovremmo esserlo tutto l’anno. Penso a quante volte si preferisce essere vicini, dare sostegno, portare pace, essere di aiuto a chi non è un nostro parente/amico/conoscente.
Si stringono legami “fraterni” con amici e non ci si parla tra fratelli. Si va a fare del volontariato agli anziani e non si passa a fare un saluto ai nonni. Si spediscono soldi e vestiti all’altro capo del mondo ma i compaesani bisognosi neanche si conoscono.
Si ricercano nuove amicizie lasciando a terra i cocci di quelle decennali, ci si aggrappa a nuovi amori a discapito anche dei propri figli. Pace a te, basta che sei lontano da me.
Perché?
Mi chiedo come mai è più facile essere solidali con chi non è della nostra cerchia, del nostro paese, della nostra famiglia. Non sono riuscita a trovare una risposta.
Mi chiedo se sono io ad avere questa visione, se sono io a provare questa profonda tristezza verso tutto questo o se “non c’è niente di male”. Forse sono io ad essere pesante e polemica, forse sono io a vedere del marcio.
È chiaro che, come sempre, ci sono casi e casi e che non faccio di tutta un’erba un fascio – ma sul web è meglio sottolinearlo comunque – ma chi tra di voi la pensa un po’ come me? Chi mi sa spiegare il perché? Chi aggiunge altro a questa lista?
Vi lascio con una citazione di una grande donna. Buona Domenica delle Palme a tutti voi e pace nei vostri cuori.
Cosa puoi fare per promuovere la pace nel mondo? Vai a casa e ama la tua famiglia.
(Madre Teresa di Calcutta)
Photo by Alvin Mahmudov on Unsplash
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